Chili di troppo (sovrappeso) e coxartrosi

I chili di troppo (sovrappeso) e l'obesità peggiorano i sintomi dell'artrosi dell'anca e ne favoriscono l'evoluzione in diversi modi.

Lo stile di vita moderno, con una vita sempre più sedentaria e una alimentazione spesso "sotto pressione", contribuisce all'instaurarsi di questa situazione.

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Quando il peso corporea aumenta, le articolazioni più colpite sono quelle della colonna vertebrale lombare, le ginocchia, le anche, le caviglie e i piedi.

Il danno delle articolazioni che si viene progressivamente a sviluppare è di tipo degenerativo. Viene danneggiata la cartilagIne con lo sviluppo dell'artrosi, e si vengono inoltre a determinare danni dei menischi e dei dischi vertebrali.

Statisticamente le donne vengono interessate più spesso degli uomini, (39,5% vs 31,2%).

Il modo con cui si determina principalmente la degenerazione è il "meccanismo di sovraccarico", cioè avviene un danno cartilagine precoce dovuto al troppo lavoro. Questo meccanismo viene amplificato da sostanze prodotte dalle cellule dei "chili di troppo", le adipochine. Infatti molti scienziati hanno osservato che le adipochine prodotte dal tessuto adiposo sviluppano l'infiammazione, e questo determina sia l'infiammazione dei tendini attorno all'articolazione (dolore) sia un indebolimento della cartilagine (artrosi).

 

Il peso corporeo adeguato nelle diverse persone viene calcolato con il BMI (body mass index), un valore che mette in rapporto il peso con l'altezza. Molti studi hanno rivelato se il BMI è maggiore di 30 kg/m2 si parla di obesità, e il rischio di lesioni delle articolazioni aumenta fino a 4-5 volte. Per fare un esempio, per avere un BMI di 30 (obesità) in una persona alta 165 cm occorre pesare 82 Kg.

 

Dal 1997 la Organizzazione Mondiale della Sanità considera l'obesità come una malattia causata dalla civiltà moderna.

 

Risulta quindi evidente come la riduzione dell'indice di massa corporea (cioè del peso corporeo) sia molto importante nelle persone in sovrappeso con malattie delle articolazioni per migliorare sia i disturbi che la durata delle articolazioni.

Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto con un aumento di attività fisica associato ad una corretta alimentazione (dieta). Il tipo di attività fisica deve essere valutata singolarmente per ogni paziente cercando di evitare attività troppo usuranti (es. la corsa) e cercare di eseguire più nuoto o bici.  La perdita di peso corretta dovrebbe essere di circa 1 kg a settimana.

 

Nella mia esperienza clinica vengo sempre informato della difficoltà a perdere peso, molto comprensibile considerato che con il dolore alle articolazioni risulta moto difficile camminare e muoversi in generale. Ho notato anche, però, che la cooperazione con i nutrizionisti (dieta specifica e supporto nel tempo) dia risultati lenti ma progressivamente molto buoni.

 

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